Nel mio articolo di ieri ho indicato alcune delle “cosette” che mi propongo di fare (e ove possibile anche ultimare) nel corso del 2014. Tra questa “cosette” vi è anche il proposito di “leggere”, “leggere”, “leggere”. Leggere insomma, nonostante il sempre minor tempo libero (ormai prossimo allo zero) a disposizione e le ore da dedicare allo studio.
Ma quale è, esiste si o no, un rapporto tra la Matematica e la Letteratura? Lettera maiuscola per entrambe ovviamente.
Io, che mi dimentico dell’orologio quando eseguo esercizi di matematica … che sembrano sterili e asettici ai più.
Io, sempre la stessa, che amo vivere della vita, dei sogni e delle delusioni, dei personaggi dei libri.
Vediamo di capirci qualche cosa allora.
La Letteratura prende in considerazione l’uomo, l’essere umano in tutte le sue forme e definizioni, estensioni e malformazioni.
La Matematica invece sembrerebbe interessarsi a qualche cosa di “non solo” astratto, “non solo” fantascientifico, ma comunque “non” umano.
Eppure io trovo che Letteratura e Matematica abbiano un rapporto magico. Inventiva, eleganza di espressione e rigore si trovano sia nei capolavori letterari che nelle opere dei grandi matematici. Creazione letteraria e creazione matematica sono entrambe manifestazioni di intelligenza, arguzia e curiosità. Risoluzione di un quesito matematico e interpretazione dei personaggi di un libro sono strumenti di evasione che richiedono fantasia e capacità di astrazione.